Legambiente lancia la petizione “Stop fossili, start rinnovabili”

L’Italia in questa COP28 dia pieno appoggio all’Europa per arrivare ad un accordo in grado di accelerare una giusta transizione energetica globale. Domani a Roma mobilitazione di piazza “Fuori le aziende del fossile dalla COP28”. 

Alla vigilia della COP28 a Dubai e ai pochi giorni dall’inizio del suo XII Congresso nazionale in programma dal 1 al 3 dicembre a Roma Legambiente lancia la petizione “Stop fossili, start rinnovabili” e organizza per domani, 30 novembre ore 15, la mobilitazione “Fuori le aziende del fossile dalla COP28” nei pressi del laghetto dell’Eur per chiedere al Governo Meloni il phasing-out delle fossili e una transizione ecologica che punti su rinnovabili ed efficienza energetica per fronteggiare la crisi climatica. 

L’associazione: “3 richieste di stop e 3 richieste di start indirizzate all’esecutivo e al centro della petizione: stop ai sussidi alle fonti fossili, alle strategie fossili e alle false soluzioni come il nucleare e la cattura e stoccaggio dell’anidride carbonica; start all’Italia come Hub delle rinnovabili, all’efficienza e alla rigenerazione e alla giustizia climatica”

 #StopFossili #StartRinnovabili #LegambienteXII #ItaliaInCantiere #CantieriDellaTransizione  

L’emergenza climatica accelera la sua corsa, aggravata dalla crisi energetica. In Europa, secondo i dati di Copernicus, negli ultimi cinque anni si registra un aumento della temperatura media di addirittura 2.2°C rispetto ai livelli preindustriali, con eventi estremi sempre più frequenti. Un’emergenza che, secondo l’ultimo rapporto IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change), si può ancora fronteggiare, contenendo l’aumento della temperatura media globale entro la soglia critica di 1.5°C, ma solo con la volontà politica. La risposta del Governo italiano alla crisi climatica ed energetica è però continuare ad accelerare sulle fossili, rallentando la transizione verso un modello energetico basato su energie rinnovabili, efficienza energetica e realizzazione di accumuli e sviluppo delle reti.
A ricordarlo è Legambiente che, per domani 30 novembre, nel giorno di inizio della COP28 a Dubai e alla vigilia del suo XII Congresso nazionale – in programma dall’1 al 3 dicembre all’Auditorium del Massimo a Roma – organizza nei pressi del laghetto dell’Eur alle ore 15 la mobilitazione “Fuori le aziende del fossile dalla COP28”. Attiviste e attivisti da tutta Italia di Legambiente e di diverse realtà associative (Greenpeace, Re:Common, FADA Collective, Asud, Un Ponte Per, UDS, Rete degli Studenti Medi, Link, UDU, Per il Clima Fuori dal Fossile, WWF) scenderanno in piazza, vestendo i panni dei funzionari ONU per condannare – come fatto dal segretario generale Antonio Guterres – l’inazione e l’ostruzionismo dei governi e delle aziende del fossile che tengono in ostaggio i negoziati sul clima; ma anche per chiedere all’Italia un serio impegno in questa COP28 sul clima che dovrà segnare il punto di svolta. L’Italia è chiamata a fare la propria parte: dia pieno appoggio all’Europa per portare la presidenza emiratina a lavorare ad un accordo che avvii una giusta e rapida transizione energetica verso un futuro libero dalle fossili, nonostante le pressioni della lobby fossile. Per questo il Cigno Verde torna a chiedere al Governo Meloni un cambio di rotta immediato avviando il phasing-out delle fossili e una transizione ecologica che punti su rinnovabili, efficienza energetica, accumuli e reti per fronteggiare la crisi climatica. A questo scopo Legambiente lancia la petizione “Stop fossili, start rinnovabili” con 3 richieste di “stop” e 3 di “start” al Governo Meloni.

“STOP” a: 1) sussidi a chi inquina, dato che l’Italia solo nell’ultimo anno ha speso 41,8 miliardi di euro per finanziare attività, opere e progetti connessi alle fossili. 2) alle strategie fossili che non vanno nella direzione di una riduzione delle emissioni climalteranti dal 40,3% al 65% rispetto ai livelli del 1990 e dell’uscita dal carbone al 2025 e del gas per il settore elettrico al 2035. 3) alle false soluzioni, come il nucleare e lo stoccaggio dell’anidride carbonica, che rischiano di far perdere al Paese le vere occasioni di innovazione e sviluppo per i territori.

“START” a: 1) all‘Italia come l’Hub delle rinnovabili, con piani di investimento e semplificazione dei processi autorizzativi con l’obiettivo del 91% di copertura delle fonti rinnovabili nel settore elettrico entro il 2030 e del 100% entro il 2035. 2) all’efficienza e alla rigenerazione urbana fissando, entro il 2030, obiettivi ambiziosi di risparmio energetico e avviando un piano di riqualificazione del settore edilizio residenziale con nuovi strumenti di incentivazione basati sulla qualità degli interventi, il reddito delle famiglie, la messa in sicurezza rendendoli accessibili anche per gli incapienti.3) giustizia climatica, a livello nazionale e internazionale, in direzione del riconoscimento di forme di protezione per i migranti climatici e ambientali, dell’annullamento degli accordi con la Libia di respingimento dei migranti in mare e della depenalizzazione delle attività di soccorso in mare operate dalle ONG.

“Abbiamo tempo da qui al 2030 per contenere l’aumento della temperatura media globale entro la soglia critica di 1.5° rispetto ai livelli preindustriali – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente –. Tutto questo è possibile, ma solo dimezzando le attuali emissioni globali entro il 2030 e azzerandole entro il 2050. In apertura della COP28 a Dubai e alla vigilia del nostro XII Congresso nazionale torniamo a chiedere al Governo Meloni un cambio di rotta, opponendoci all’idea di fare dell’Italia Hub del gas, come dimostrano le 170 infrastrutture a fonti fossili in valutazione al MASE. Non servono nuove infrastrutture a gas che condannano il Belpaese a perdere ogni occasione per raggiungere gli obiettivi climatici e innovare il proprio sistema energetico a favore dello sviluppo delle rinnovabili, strumento davvero valido per rispondere alle emergenze che l’Italia e l’Europa stanno affrontando. Occorre invece investire su rinnovabili, efficienza, reti elettriche e accumuli, autoproduzione, decarbonizzazione in edilizia, trasporti, agricoltura e industria. È il momento di politiche climatiche più ambiziose, eliminando gradualmente i sussidi ambientalmente dannosi, stimabili in 41,8 miliardi di euro, senza dimenticare tutti quelli messi in campo nei decreti emergenza. Tali risorse, potrebbero invece essere preziose per spingere le innovazioni in ambito produttivo, come quelle che raccontiamo con la campagna itinerante e con il report finale che presenteremo il 1° dicembre de “I cantieri della transizione ecologica”: progetti, imprese e buone pratiche che uniscono innovazione e sostenibilità e che ben narrano la direzione che il Paese deve intraprendere per accelerare la transizione ecologica”.

“Il principale obiettivo della COP28 è quello di avviare le azioni necessarie per non superare la soglia di 1.5 °C nell’aumento della temperatura media globale, concretizzando quel tanto auspicato Patto di solidarietà per il clima tra Paesi industrializzati, emergenti e in via di sviluppo. – spiega Mauro Albrizio, responsabile ufficio europeo di Legambiente – Con l’impegno dei Paesi industrializzati a sostenere finanziariamente l’azione climatica dei Paesi poveri e ad anticipare al 2040 il raggiungimento di zero emissioni nette. Cruciale che, oltre l’accordo sul phasing-out dell’utilizzo dei combustibili fossili in tutti i settori dell’economia entro il 2050 a livello globale, si concordi un target globale sia per rinnovabili che efficienza energetica. Entro il 2030 va triplicata l’attuale capacità globale di rinnovabili raggiungendo 11.000 GW con l’aggiunta di almeno 1.500 GW l’anno. Mentre l’efficienza energetica entro il 2030 va raddoppiata rispetto ai consumi attuali, in modo da poter poi ridurre entro il 2050 la domanda finale di energia a livello globale di almeno il 25%. Infine, andrà rivisto il Methane Global Pledge, aumentando la riduzione delle emissioni di metano entro il 2030 dall’attuale 30% al 75% seguendo le indicazioni della IEA.” 

XII Congresso nazionale di Legambiente

Venerdì 1°dicembre all’Auditorium del Massimo di Roma alle ore 9.30 si aprirà con la conferenza stampa di presentazione del report nazionale “I cantieri della transizione ecologica” e l’inaugurazione della mostra congressuale. Alle 14:30 inizieranno i lavori della plenaria e alle ore 15 ci sarà la relazione introduttiva del presidente nazionale, Stefano Ciafani. Sabato 2 dicembre in azione i gruppi di lavoro delle 10 piazze tematiche legate ai cantieri della transizione ecologica, nel pomeriggio ci sarà l’assemblea plenaria. Domenica 3 dicembre, i lavori in plenaria del mattino si concluderanno con l’elezione degli organi e dei vertici associativi e la presentazione dell’agenda ambiente e della road map dei cantieri della transizione ecologica per i prossimi 4 anni. Oltre 60 ospiti tra cui il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, il Commissario di governo per la ricostruzione dell’Isola di Ischia Giovanni Legnini, Jacopo Morrone, presidente della commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su altri illeciti ambientali e agroalimentari, Elly Schlein segretaria del PD, Stefano Patuanelli capogruppo M5S al Senato, Luigi Ciotti presidente di Libera, il presidente di Anac Giuseppe Busia, Alessandro Bratti segretario generale Autorità di Bascino del Po, Antonello Pasini climatologo del CNR, la professoressa Cristina Fossi dell’Università di Siena, Agostino Rebaudengo presidente Elettricità Futura, la presidente del Kyoto Club Catia Bastioli, il presidente di Coldiretti Ettore Prandini, la direttrice di Ispra Maria Siclari, Maurizio Landini segretario CGIL e i genitori di Giulio Regeni.
Il XII Congresso di Legambiente sarà raccontato sui social dell’associazione (Facebook, Twitter, Instagram, Linkedin) con gli hashtag #LegambienteXII #ItaliaInCantiere #CantieriDellaTransizione, sui siti di La Nuova Ecologia e sito di Legambiente dove sarà trasmessa anche la diretta streaming.